Mano a mano che la digitalizzazione prende piede in ogni campo, le architetture dei Data Center devono tenere il passo con i nuovi enormi carichi di lavoro da gestire e le applicazioni e i vari servizi necessitano di possedere caratteristiche d’immediata disponibilità, fluidità e dinamicità. In questo nuovo contesto le vecchie strutture informatiche aziendali risultano obsolete e abbisognano d’essere combinate o completamente sostituite dalle nuove. Sul tema in questione, recentemente, si è tenuta una tavola rotonda organizzata da ChannelCity in collaborazione con Icos, distributore a valore di Commvault, Huawei e Syneto. Caratterizzati da una forte attitudine all’innovazione, questi tre vendor sono stati i protagonisti dell’evento e hanno esposto le proprie strategie atte ad abilitare moderni paradigmi.
- I dati aziendali -spiega Vincenzo Costantino, Emea South Technical Services Director di Commvault- sono la materia prima dell’era digitalizzata: essi aumentano in modo esponenziale, devono sempre essere al sicuro e al tempo stesso accessibili. “Oltre il back up” è il motto di Commvault, programma il cui approccio è affiancabile al concetto di Software-as-a-Service (SaaS) – cioè un modello di distribuzione del software applicativo dove il produttore sviluppa, opera e gestisce un’applicazione web che mette a disposizione dei clienti via Internet e che consente di indicizzare e classificare tutti i dati rendendoli informazioni utili sia per il business del singolo individuo che per quello aziendale. Argomento attualissimo considerando le innumerevoli integrazioni con il cloud che i Data Center di tutto il mondo stanno subendo negli ultimi tempi, e ancor più attuale perché legato alle compilance del GDPR , che sarà in vigore tra meno di un anno. Commvault, infatti, attraverso una singola Console Management permette ad ogni impresa di indicizzare l’intera mole dei propri dati -sia i dati online che quelli presenti in backup nell’archivio storico-, di migrarli verso qualunque tipo di Data Center e Cloud e di spostarli da un Cloud all’altro in totale sicurezza, assicurando per di più una completa Exit Strategy. In questo modo, chiunque si occupi di compilance sarà in grado di ricercare ogni informazione utile per l’impresa ed esportarla nei tempi e nei modi previsti dalla normativa europea.
- Per quanto riguarda Huawei -multinazionale cinese già consolidata nella fornitura di infrastrutture “fisiche” per i Data Center- essa intende ora focalizzarsi sui servizi cloud pubblici, continuando a investire nella realizzazione di una piattaforma aperta e affidabile di public cloud. Huawei è pronta, inoltre, a capitanare la nuova era delle comunicazioni wireless garantendo, tramite il 4.5G, banda larga wireless per servizi dati, voce, IoT LPWA, servizi di posizionamento e molto altro ancora. Tutto ciò -spiega Stefano Andreotti, Senior Channel Sales Manager, Enterprise Business Group Huawei- è applicabile a casi d’uso come per esempio il metering nel settore dell’energia, lo Smart Manufacturing, la Logistica Automatizzata e le SmartCity. L’arsenale di Huawei per cavalcare l’onda della digitalizzazione vanta dunque cloud, reti e hardware di ultima generazione incanalati in un sistema di comunicazione integrato, sicuro e ad altissime prestazioni. Uno degli ambiti più innovativi su cui Huawei si sta focalizzando è quello delle Smart City. “Una Smart City”, secondo il concetto di Yan Lida, presidente Huawei Enterprise Business Group, “è come un essere vivente con un cervello e un sistema nervoso complesso che lavorano insieme per consentirle d’apprendere continuamente e migliorare. La sua crescita ed evoluzione dipendono strettamente da piattaforme aperte alla collaborazione, dove tutti i player cooperano per promuovere l’innovazione. Integrando reti a banda ultralarga, cloud computing, big data e IoT, Huawei si impegna ad aiutare le città a diventare più consapevoli del contesto in cui si trovano, più interconnesse e intelligenti’”. Nel 2016 Huawei ha realizzato 100 nuove smart city in 80 nazioni tra cui l’Italia, in Sardegna, dove è stata installata infrastruttura LTE, videosorveglianza, cloud e Data Center. Se tutto ciò ottiene lo scopo di garantire la sicurezza, è anche vero che crea e muove una serie di dati enorme, e a questo proposito Huawei mette a disposizione soluzioni di archiviazione ad altissima velocità, basate su tecnologia SSD.
In questo quadro dove Commvault sviluppa e fornisce un Data Management in chiave innovativa, Huawei opera in ottica Digital, Cloud e comunicazione wireless, si inserisce Syneto -azienda di origini italo-rumene nata da idea italiana nel 2000, oggi apprezzata in ambito internazionale- terza partner di Icos, a supporto del concetto di iperconvergenza .
- Syneto propone infatti un sistema iperconvergente pronto all’uso, il cui prezzo si aggira intorno ai 30-40.000 euro, caratterizzato dall’essere integrato con Disaster Recovery e dall’avere l’opzione di restore istantaneo. Grazie a questo tipo di tecnologia, spiega Alessandro Freddi -Country Manager Italy, Syneto- “per un’infrastruttura con 30 macchine virtuali l’appliance Syneto è in grado di tornare in produzione nel giro di 15-20 minuti facendo fronte non solo a danni computazionali ma anche fisici, come per esempio un incendio.” Grazie all’iperconvergenza, Syneto può avvantaggiare le imprese riducendone la pesante infrastruttura tradizionale a una singola appliance capace di ammortizzare le spese energetiche, di manutenzione, ecc., del 30-40%. Ma il ramo applicativo in cui Syneto ultimamente sta valorizzando al meglio le proprie potenzialità è quello dell’Industria 4.0 nel ramo manifatturiero, in particolare nel contesto riguardante le macchine utensili, laddove l’attività di progettazione (CAD, CAM) viene svolta più intensamente portando ad un inevitabile aumento della quantità di dati da gestire. Syneto ha una personale interpretazione del RAID, che si incarna in una sorta di RAID ibrido dentro cui, in unico ambiente, lavorano e collaborano fluidamente RAM, ssd e hdd. Oltre a ciò l’azienda è in grado di fornire soluzioni personalizzate al fine di ottimizzare le prestazioni del database tramite aree di caching a più livelli, generate nella stessa macchina e basate sulla rapidità di dischi ssd.
Recentemente Commvault e Huawei, già partner da qualche anno, nell’ottica di sviluppare il proprio valore all’interno della trasformazione tecnologica in atto hanno esteso e marcato la loro collaborazione realizzando un laboratorio comune a Chengdu, in Cina, ed un executive briefing center. Il laboratorio si occuperà di garantire la totale compatibilità tra i prodotti delle due aziende, ma oltre a ciò si focalizzerà sull’incubazione, sul testing e sulla dimostrazione di cloud backup, Data Protection-as-a-Service e altre soluzioni innovative ponderate per estendere la capacità delle aziende di rispondere alle necessità di gestione e protezione dei dati critici dei loro clienti.
Marcello Argenti