Essere o non essere social? Se dovessimo compiere un sondaggio chiedendo a varie tipologie di utenti che cosa significa per loro appartenere a un social come Facebook, siamo certi otterremmo risposte molto diverse. Ciò accade non solo per le differenti età e stili di vita degli utenti, ma anche poiché la piattaforma social più conosciuta al mondo non si esime dall’evolversi nelle funzioni che offre rendendo di fatto il suo utilizzo utile per svariati scopi. Di pari passo con questa evoluzione, il buon vecchio Zuck, non poteva tralasciare elementi importanti a tutela dei suoi numerosissimi utenti, in primis la gestione della privacy.

In previsione delle nuove normative europee in materia di protezione della privacy (GDPR), Facebook ha annunciato che lancerà presto una nuova interfaccia che darà modo agli utenti di gestire tutte le impostazioni relative alla privacy. Contestualmente, Facebook ha pubblicato per la prima volta i suoi principi sulla privacy (consultabili qui) ossia un insieme di linee guida che determinano come il social gestisce i dati degli utenti: una dimostrazione di trasparenza nei confronti degli utenti che possono controllare ciò che condividono e come le loro informazioni personali sono mostrate. Esiste già la possibilità di regolare le impostazioni sulle privacy per ogni account; con il Centro per la Privacy che verrà svelato entro un paio di mesi si verrà a creare uno sportello unico per il controllo delle impostazioni sulla privacy che è stato costruito basandosi in parte sui feedback degli utenti, dei policy maker e degli esperti in materia di privacy.

Queste novità, come ha dichiarato Facebook, sono il frutto di un approfondito controllo circa l’influenza del social media nelle vite dei suoi utenti: un controllo dal quale è emerso come le varie organizzazioni sfruttano le informazioni degli utenti per campagne mirate e non solo. A tal proposito, nelle ultime settimane sono già comparse delle modifiche significative sulla piattaforma che riguardano la sezione delle notizie, dove viene data priorità ai post degli amici e parenti rispetto a quelli di brand o organizzazioni.

Sara Avanzi