Da quando l’Essere Vivente è apparso sulla terra, l’Inganno l’ha spalleggiato, nutrito e puntualmente tradito. Esistono trappole messe a punto dal regno animale -come l’invisibile tela del ragno-  e da quello vegetale, dove la Dionaea muscipula (pianta carnivora) invita a pranzo l’insetto mediante sostanze zuccherine “offerte in omaggio”, per poi divorare l’ospite in un boccone.

E se vogliamo parlare dell’Animale Uomo, l’arsenale d’imbrogli da lui perpetrati nei confronti della propria, quanto delle altre specie, è immenso e in continua espansione. Oggi poi, grazie a internet e alle App, anche il più pavido ruba-galline ha la possibilità di racimolare un bel bottino restandosene comodamente seduto in poltrona. Le galline, in questo caso, siamo noi utenti; i pollai, invece, sono i siti e le applicazioni dove distrattamente razzoliamo nell’incessante ricerca di succulente “novità” da ingurgitare alla cieca. A proposito di app, WhatsApp ad oggi è il pollaio per eccellenza. Anzi, si tratta di un vero e proprio “allevamento” e i ruba-galline sono continuamente in agguato, pronti a metterci nel sacco. Le esche cambiano d’aspetto e colore, ma lo stratagemma usato è quasi sempre identico: attrarci, spingerci a cliccare… spennarci senza pietà!

Oggi, come d’abitudine, vogliamo mettervi all’erta circa un paio di recentissimi tranelli apparsi nell’applicazione di messaggistica più frequentata del pianeta.

  • “Ciao, hai già visto?… Ora puoi chattare con i tuoi amici su WhatsApp con i testi colorati. Io ho già attivato”. Ecco il testo che circola in questi giorni, seguito da un link su cui cliccare. Ovviamente è una bufala! WhatsApp, infatti, non ha introdotto alcuna funzione del genere, e se lo facesse utilizzerebbe esclusivamente il canale degli aggiornamenti ufficiali. Cliccando sul link fasullo, l’utente può trovarsi successivamente abbonato a costosi servizi in abbonamento non richiesti e comunque mette a disposizione degli hacker i dati sensibili del telefono oltre a essere spinto a condividere il messaggio con 10 amici, alimentando quindi una catena d’infezioni.
  • “Marlboro festeggia cent’anni d’anniversario: sigarette gratis per tutti! Per ottenere cinque pacchetti basterà cliccare sul link”. L’esca, più o meno, si presenta così. Abboccando, ci si ritrova abbonati a una serie di inutili servizi a pagamento e, come se non bastasse, con un bell’adware (che raccoglie informazioni sulle operazioni effettuate e disturba la navigazione tramite messaggi pubblicitari sgraditi) installato nel dispositivo.

Spesso a cadere in questi tranelli sono gli utenti non proprio “tecnologicamente avanzati”: è buona cosa ricordare che i cambiamenti alla app-pollaio avvengono solo scaricando gli aggiornamenti che periodicamente rilascia il gestore.

Marcello Argenti