Backup ignorato, disastro assicurato

Raffaele Mastronicola era un tipo eclettico: influencer da crociera e imprenditore agricolo nel tempo libero. Gestiva un profilo social da 180.000 follower dedicato a “vitamine, viaggi e vitigni”, e nel suo tempo libero si occupava delle terre ereditate dalla zia, coltivando zucchine bio e postando selfie con le galline.

Modernissimo nell’apparenza, un po’ più retrò nella gestione dati, Raffaele aveva deciso di digitalizzare ogni aspetto della sua doppia vita: fatture, contratti, anagrafiche clienti, piano semine e persino le etichette dei barattoli di marmellata. Tutto comodamente salvato nel suo portatile personale, un modello dal design sottilissimo, bellissimo… e senza nemmeno l’ombra di un backup.

«Ci penso al rientro» diceva sempre. E nel mentre partiva per il viaggio di turno.

Del resto, chi ha tempo di preoccuparsi dei dettagli quando si è in vacanza alle Bahamas?
La mattina in questione, Raffaele era sdraiato a bordo piscina dell’hotel a cinque stelle “Ocean Breeze”, sorseggiava un frullato tropicale e si dedicava a una delle sue attività preferite: ignorare le notifiche. Ma una spiccò: “Clicca qui per accedere ai documenti bancari”, firmato dal suo consulente di fiducia.

Raffaele non ci pensò troppo. Il messaggio sembrava autentico, c’era persino il logo della banca.
Cliccò.

Lo schermo tremolò. Apparve una schermata grigia. Poi una sola scritta al centro dello schermo:
“File system corrotto. Riavvio in corso”
Raffaele trasalì. Provò a riavviare. Tentò la modalità provvisoria, la recovery, ma niente sembrava funzionare. Niente.

Non apparve nessuna richiesta di riscatto, nessuna schermata minacciosa con teschi o minacce. Solo un inquietante vuoto. Il sistema sembrava essere stato ripulito. Ogni file, ogni cartella, ogni foto delle zucchine biologiche: svaniti nel nulla.

In quel momento, il suo amato Mac era caduto vittima di un wiper: un malware infame che, a differenza dei suoi cugini ransomware, non chiede nulla. Non vuole soldi, non lascia tracce. Distrugge. Punto.

Sotto il sole dei Tropici, Raffaele sudava freddo, e proprio mentre pensava all’ennesimo tentativo per recuperare il PC fu colto dal suono di un clacson. Il taxi che avrebbe dovuto portarlo all’aeroporto per il viaggio di rientro era già arrivato e lo stava aspettando.

«Cavolo, è già ora…» esclamò, e gettando un’ultima occhiata al portatile spento pensò: “Magari è solo il caldo… domani riparte tutto.”

Infilò il device nello zaino come fosse un asciugamano umido e si avviò verso l’uscita, auto-convincendosi: “Nulla che non si possa recuperare… in qualche modo.

Il buon Raffaele ancora non sapeva di aver combinato un guaio enorme. Eppure, è proprio in casi come questo che un semplice backup sarebbe sufficiente per ripristinare i dati persi.

Esatto, proprio quella strana cosa che il nostro “eroe” è solito ignorare per mancanza di voglia…

Cos’è un wiper e perché dovresti temerlo

Un wiper è una delle tipologie di malware più distruttive in circolazione. A differenza di un ransomware, che solitamente cifra i dati per poi chiedere un riscatto, un wiper agisce in silenzio con un solo scopo: distruggere tutto. Cancellare file, corrompere sistemi, rendere l’intero contenuto del dispositivo irrecuperabile. E lo fa senza preavviso, senza minacce, senza possibilità di negoziazione.

Spesso si presenta camuffato da file o link legittimo – come un documento bancario o una notifica urgente – e una volta attivato, compromette in modo definitivo l’accesso ai dati.

Purtroppo, quando un wiper entra in azione, non c’è molto da fare. I file vengono sovrascritti o eliminati in modo irreversibile. In questi casi, l’unico modo per tornare operativi è disporre di un backup aggiornato e integro.

Per difenderti, è fondamentale mantenere una buona igiene digitale:

  • Mantieni aggiornati antivirus e sistema operativo, così da chiudere eventuali falle.
  • Evita di aprire allegati o link sospetti, anche se sembrano provenire da fonti note.
  • Limita i privilegi amministrativi: un wiper ha bisogno di permessi alti per fare danni.
  • Isola i dispositivi sensibili dalla rete quando non è necessario che siano connessi.
  • Affidati ai backup offline: sono l’unico vero antidoto in caso di attacco.

Un wiper non ti dà una seconda possibilità. L’unica arma contro l’oblio è giocare d’anticipo.

Nella prossima pillola di cyber igiene: una vacanza che costa caro, molto più di un semplice backup…

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