La vendetta digitale di Cappellino

Il nostro Terenzio rimase impietrito nell’apprendere che quell’incontro al supermercato servì soltanto per sciogliere – come neve al sole – tutte le aspettative che si era creato attorno alla sua Gattina_Stellata.

La sera stessa, dopo cena, DartFener inviò una brevissima mail a Gattina_Stellata, che recitava: “Se mai dovesse capitarti di incrociarmi, ora almeno saprai riconoscermi. “.

In allegato alla mail c’era un file JPEG contenente l’immagine di un ragazzo “moro e con gli occhi azzurri”.

Romina, alias Gattina_Stellata, non rimase colpita da quella foto e in totale le diede giusto due sbirciatine: una dal computer di casa e la seconda dallo smartphone. Il suo unico commento fu che le pareva strano non averlo mai notato in giro.

Effettivamente vedere a spasso per Camalora il soggetto della fotografia sarebbe stato piuttosto improbabile, trattandosi dell’immagine di un defunto scaricata online da un blog canadese. Ma celato nel file JPEG si nascondeva qualcos’altro. Qualcosa d’invisibile.

Il Lunedi seguente, la sveglia sul cellulare della Vanesi suonò alle 9 e quando afferrò il telefono per arrestarla si ritrovò dinanzi a un’insolita sorpresa. Il suo smartphone era tempestato di chiamate perse e notifiche da Facebook, WhatsApp e Instagram. Le notifiche erano a decine, e continuavano ad aumentare sotto ai suoi occhi increduli.

Romina indugiò immobile, col pollice a un centimetro dallo schermo del telefono… che improvvisamente cominciò a squillare! Era Manuel.

Romina ascoltava trattenendo il fiato, stordita e traumatizzata, senza capir quasi nulla. Quando il fidanzato riattaccò lei deglutì, strizzò gli occhi e le sue labbra diventarono sottili sottili… ma la proverbiale calma non si fece viva. Allora staccò lentamente il telefono dall’orecchio e l’avvicinò al faccino, cliccò su una delle notifiche, la visualizzò. Poi sveni.

Dovete sapere che gli hard disk di Romina straripavano d’immagini estremamente “piccanti”. Autoscatti, fotografie scattatele dal fidanzato, dagli ex partner e… si, diciamolo pure, in mezzo a tale guazzabuglio presenziavano anche un numero considerevole di brevi video assai compromettenti. Tutte cose che Romina custodiva gelosamente, per carità!

Per farla breve, accadde che durante la notte le immagini, i video e le conversazioni piccanti (eufemismo) contenute nel computer e nello smartphone della Vanesi furono divulgate sui social e via Mail a TUTTI i contatti presenti. Così ora ogni “amico”, conoscente e parente di Romina (compreso zio Yoghi) aveva l’opportunità di scandagliare i meandri più profondi e custoditi della sua natura.

Romina Vanesi fu vittima di un Trojan, un malware che insediandosi nel computer e/o nello smartphone della vittima è in grado di assumerne il controllo e carpirne i dati, fornendo al malintenzionato che sta dietro di esso potere completo sull’identità virtuale intaccata.

Il Misterioso Divulgatore non aveva risparmiato dalla visione nemmeno la madre e il padre della ragazza… ma fu il meno! L’avvenente Vanesi, infatti, solo su Facebook contava esattamente 2307 “amici” e le immagini e i video si diffusero rapidamente ad ulteriori contatti (amici di amici) e via dicendo… tanto che nel giro di poche ore divennero di pubblico dominio.

Un caso eclatante, quello di Gattina_Stellata! Un caso che coinvolse i mass media e le più alte cariche della polizia postale. Ma il colpevole non fu mai rintracciato.

Come difendersi dai trojan e cosa fare se vieni infettato

A differenza di virus o worm, i trojan non si diffondono da soli: sono lupi travestiti da agnelli. Si nascondono in foto, app o documenti apparentemente innocui, e vengono attivati dalla vittima con un semplice clic.

Per proteggersi:

  • Non aprire allegati sospetti o file da mittenti sconosciuti, nemmeno se sembrano “innocui”.
  • Evita di cliccare link abbreviati o non verificati, soprattutto in chat o social.
  • Installa solo app certificate da fonti ufficiali (es. App Store, Google Play).
  • Mantieni aggiornati antivirus e sistema operativo, su smartphone e computer.
  • Fai backup regolari e conservali su supporti fisicamente disconnessi (dischi esterni non collegati alla rete).
  • Usa password robuste, verifica i permessi delle app e non salvare dati sensibili senza protezione.

Se sospetti un’infezione:

  • Disconnetti subito il dispositivo da Internet.
  • Non spegnere o riavviare il sistema: potresti perdere tracce utili.
  • Rivolgiti a un tecnico esperto per clonare il disco e analizzare il malware.
  • Denuncia il fatto alle autorità competenti. È l’unico modo per attivare un’indagine.

Romina, purtroppo, queste cose non le sapeva.
Ma ora tu sì.

Nella prossima pillola di cyber igiene, conosceremo la storia di una password troppo prevedibile e di un disastro informatico… troppo evitabile.

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