Microsoft prende molto seriamente il tema della sicurezza.
La piattaforma Microsoft Azure permette agli abbonati di utilizzare le proprie applicazioni e i propri servizi cloud sfruttando una vasta gamma di strumenti e di funzionalità incentrate sulla sicurezza.

L’abbonamento alla piattaforma avviene tramite un provider di servizi cloud (CSP), che fornisce servizi di archiviazione, applicazioni, infrastruttura o piattaforma basati sul cloud.
Tra i compiti di un provider c’è la gestione delle procedure di sicurezza, che consiste nella tutela di dati, nella gestione delle identità che vi accedono, nella protezione di attrezzature da malfunzionamenti e molto altro.

Riguardo a questo aspetto, Microsoft ha potuto notare un aumento sospetto di spamming, nell’ultimo periodo, tra i clienti abbonati alla piattaforma Azure.
Lo spamming è l’invio indiscriminato, senza il consenso del destinatario, di messaggi di posta elettronica: è dunque un’attività che rischia di danneggiare il funzionamento del servizio e che viola le condizioni per l’utilizzo dei servizi di Microsoft Azure.

 

I comportamenti reputati dannosi

Lo spamming non è l’unica violazione dei criteri di utilizzo accettabili da Microsoft, sono considerati comportamenti dannosi anche:

  • Pirateria e rivendita di abbonamenti piratati.
  • Attacchi Distributed Denial of Service (DDoS), ovvero l’invio di grandi quantità di dati provenienti da diverse fonti verso un obiettivo per impedirne l’accesso.
  • Mining (=estrazione) di criptovalute.
  • Distribuzione di malware, dei software malevoli utilizzati per danneggiare reti e dispositivi.

Nei casi in cui gli algoritmi rilevino queste attività, Microsoft può disattivare gli abbonamenti dei clienti senza nessun genere di preavviso!

Anche i Cloud Service Provider possono rilevare tra i propri clienti comportamenti anomali e possono intervenire sia in prima persona, informando il cliente che sta violando le condizioni stabilite e che verrà disattivato il suo abbonamento da Microsoft, oppure avvisando Microsoft che provvederà successivamente.

Nel caso in cui sia direttamente Microsoft a disattivare l’abbonamento del cliente, il suo Cloud Service Provider dovrà occuparsi di ribadire il messaggio al diretto interessato.

Molto spesso accade che, all’apertura di un account, i Termini e le condizioni d’uso non vengano lette approfonditamente, ma la loro accettazione e il loro rispetto è imprescindibile per l’utilizzo.
I clienti che si vedono annullare il proprio abbonamento non potranno più accedervi poiché perdono immediatamente l’accesso alle risorse di Microsoft, ma potranno compilare il modulo per la richiesta di sblocco.