La disponibilità di una connessione ad internet e la sua velocità sono al giorno d’oggi indicatori di progresso di un paese. Secondo la classifica basata su oltre 163 milioni di test stilata da Cable, società di analisi britannica, l’Italia si piazzerebbe al 43° posto per quanto riguarda la velocità di connessione cablata, raggiungendo in media i 15 Mbps contro i ben 60 di Singapore prima classificata. Nonostante i paesi in fondo alla classifica raggiungano appena i 2 megabit per secondo, l’Italia non può vantare un progresso così roseo, soprattutto considerando le aspettative di qualche anno fa: nel 2015 la strategia italiana per la diffusione della banda ultralarga prevedeva due bandi con un finanziamento di 3,5 e 1,8 miliardi di euro vinti da Open Fiber, con l’obiettivo di coprire entro il 2020 l’85% della popolazione con una connessione pari o superiore a 100Mbps, e la totalità del territorio con una connessione di 30Mbps; ad oggi, la banda larga a 30 mega arriva al 71% delle abitazioni e per il 2020 le previsioni restano il linea con quanto dichiarato tre anni fa. Ben diversa è invece la situazione per quanto riguarda copertura con connessione pari o superiore ai 100 mega, che adegua la previsione ad un 53,5 delle abitazioni entro il 2020, contro gli 85% dichiarati nel 2015.
Ad oggi le connessioni cablate sono classificate in base alla velocità di scambio dati raggiungibile tramite le infrastrutture ad esse dedicate. È considerata “banda stretta” una connessione con velocità fino a 144Kbps, “banda larga” una connessione con veolcità compresa tra i 144Kbps e i 30Mbps mentre le velocità superiori sono classificate “banda ultralarga” e non hanno teoricamente nessun limite massimo.
Le tecnologie con cui viene distribuita la connessione a banda ultralarga sono di tre diverse tipologie:
FTTCab: Fiber to the cabinet. Letteralmente “fibra alla cabina” vede il cavo a fibra ottica raggiungere le cabine dedicate presenti su suolo pubblico. Da queste cabine la connessione raggiunge le abitazioni tramite un cavo di rame e, al momento, non può superare i 100Mbit al secondo.
FTTB: Fiber to the building. L’infrastruttura “fibra all’edificio” raggiunge il palazzo tramite il cavo a fibra ottica per poi distribuire la connessione agli appartamenti. In questo caso solitamente la connessione raggiunge anche il gigabit al secondo.
FTTH: Fiber to the home. Grazie all’infrastruttura “Fibra a casa” il cavo fibra ottica arriva direttamente all’abitazione, garantendo prestazioni al top della tecnologia raggiungibili oggi.
Come visto, in base a quali di queste tre tecnologie si disponga nell’abitazione, varieranno in maniera sostanziale anche le prestazioni di connessione ad Internet. La vera sfida in Italia resta comunque quella di coprire la totalità della popolazione con tecnologia a fibra ottica, per portare la velocità di connessione media a livello di banda ultralarga.
Marco Serico