Torniamo dopo qualche tempo a parlare del caso Facebook e di alcune novità a riguardo. È ormai appurato che lo scandalo che ha colpito l’azienda californiana riguardi tutto il mondo, non solo l’America, è per questo facile capire le motivazioni che hanno spinto l’Unione Europea a chiedere udienza al CEO della società Mark Zuckerberg. Quest’ultimo ha dovuto rispondere ad alcune domande e questioni che gli europarlamentari premevano rivolgergli: il 22 maggio quindi, dalle 18.15 alle 19.30 si è tenuta l’udienza in questione in diretta streaming, dove Zuckerberg ha incontrato i rappresentanti degli otto gruppi politici del Parlamento.
Antonio Trajani, presidente del Parlamento Europeo, ha posto la sua preoccupazione riguardo alle vicine elezioni europee che si terranno tra un anno, evidenziando le necessità di un quadro di regole per il mercato digitale atte alla protezione dei dati personali e dei diritti d’autore. Zuckerberg ha quindi risposto assicurando di aver raddoppiato il numero delle persone che lavorano nel settore sicurezza della sua azienda. “Inoltre -ha proseguito Zuckerberg- con il nuovo Regolamento europeo le persone avranno più controllo sulle loro informazioni personali. Non abbiamo avuto una visione abbastanza ampia delle nostre responsabilità, ma adesso stiamo migliorando la sicurezza della nostra piattaforma”.
Nonostante le rassicurazioni del n.1 di Facebook, gli eurodeputati hanno chiesto un’ulteriore conferma di adeguamento da parte della società, al fine di assicurarsi che un caso simile al Cambridge Analytica (vedi articoli precedenti) non si ripeti in futuro. Il CEO di Facebook ha elegantemente risposto: “Non saremo mai perfetti nel garantire la sicurezza, ma stiamo facendo grandi progressi in questo senso. Ci saranno molte elezioni importanti in Europa quest’anno e l’anno prossimo, dalla Slovenia alla Svezia alla Polonia e ovviamente le elezioni europee: è una nostra priorità evitare che qualcuno possa interferire come è accaduto per la Russia nelle elezioni americane. La compagnia si sta impegnando nel rimuovere spam che servono per scopi economici, fake account e nel gestire le persone che postano informazioni false involontariamente e in questo senso stiamo lavorando con dei fact-checker [persone che si occupano della veridicità di fatti e informazioni, ndr] esterni. Facebook si sta attrezzando per rispettare il regolamento europeo sulla privacy fin dalla data della sua entrata in vigore, ovvero il 25 maggio”.
Come afferma lo stesso Zuckerberg, non ci sarà probabilmente mai la certezza assoluta che i nostri dati digitali siano al sicuro, specialmente quando caricati in piattaforme online come i social network. Adeguamenti quali il GDPR sono senz’altro passi importanti e necessari affinché i dati siano trattati in maniera opportuna onde evitare situazioni, probabilmente limite, come il caso Cambridge Analytica, a oggi il più grande data breach mai visto.
Marco Serico