A distanza di qualche settimana non vi sono ancora delle buone notizie in merito ai bug Meltdown e Spectre che interessano la quasi totalità dei processori prodotti negli ultimi venti anni. Addirittura la Intel, principale “indagata” per aver commercializzato delle CPU con le suddette falle, ha chiesto di ignorare gli aggiornamenti rilasciati per risolvere i bug in seguito alle numerose segnalazioni di utenti che non sono più riusciti a utilizzare normalmente i loro computer dopo l’aggiornamento. Su alcuni modelli, come citato in precedente occasioni, l’upgrade porta i dispositivi a riavviarsi di continuo, rendendoli in molti casi inutilizzabili. Contestualmente alla segnalazione di non procedere con gli aggiornamenti, Intel ha fatto sapere di aver identificato il problema e di essere al lavoro per una nuova versione degli aggiornamenti stessi conducendo degli opportuni test prima di procedere al rilascio. Ricordiamo a tal proposito che il problema interessa diversi modelli di processori Intel, con alcuni che sembrano essere più colpiti di altri. Tra i modelli più problematici ci sono i processori Haswell e Broadwell e il problema dei riavvii interessa anche i modelli Ivy Bridge, Sandy Bridge, Skylake e Kaby Lake.
Perché la soluzione va ricercata e divulgata esclusivamente tramite degli aggiornamenti? I problemi di sicurezza rilevati sono legati a come sono state progettate diverse generazioni di processori: non possono quindi essere risolti intervenendo fisicamente sui componenti, ma attraverso aggiornamenti software che aggirano l’errore di progettazione.
La situazione è ancora complessa e si auspica che le prossime patch rilasciate da Intel siano quelle definitive anche perché un ulteriore ritardo non sarebbe più tollerabile. Non si esclude infatti che, sulla scia di questi bug, l’industria tecnologica potrebbe presto dover fare i conti con nuove, pericolose minacce.
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Sara Avanzi