Dalle basette al furto bancario
Una volta terminato il turno di lavoro, il nostro barbiere, ebbe finalmente il tempo di dedicarsi a tutte quelle notifiche che nell’ora precedente lo avevano assalito.
“Chissà chi mi ha cercato…”. Pensò tra se e se mentre sfilava lo smartphone dalla tasca sinistra.
Una volta acceso, il display era un bollettino di guerra:
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€ 1.048,00 spesi su CryptoMaxExchange
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Biglietto A/R San Paolo – Jakarta: € 1.322,00
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Abbonamento annuale a SpaceCoin – € 499,00
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Addebito da piattaforma PlayNakedPoker.com – € 149,00
Michele sbiancò. Aveva appena rasato un cinquantenne con un taglio alla Marlon Brando, ma ora era lui ad avere la pelle d’oca.
Provò subito a bloccare la carta, ma non prima che arrivasse l’ultimo avviso:
“Complimenti! Il tuo ordine di 2.000 dollari in gift card Amazon è in fase di elaborazione.”
Il panico.
Chiamò la banca. Dopo venti minuti d’attesa ascoltando il jingle registrato “La tua sicurezza è la nostra priorità”, finalmente rispose qualcuno. Gli dissero che le operazioni erano avvenute da un server estero, in sequenza ravvicinata e con un tracciato di autenticazione “coerente con l’attività abituale”.
«Ma io non compro criptovalute!» gridò Michele.
«Lei no.» rispose la signorina al telefono, «ma il suo Wi-Fi sì.»
Fu lì che capì. Il Wi-Fi del Bar Girasole. Quel maledetto Wi-Fi aperto, senza password, con un nome generico (“Free_WiFi_Stazione”), al quale si connetteva ogni settimana con la stessa fiducia con cui si sedeva sul divano di casa.
Non aveva usato una VPN, non aveva controllato la sicurezza del sito. E soprattutto, aveva appena regalato tutti i dati della sua carta a un sito che probabilmente non esisteva nemmeno davvero.
Michele decise allora di affidarsi a suo nipote, informatico di professione, per cercare una possibile spiegazione all’accaduto. Dopo una breve analisi, la risposta fu lapidaria:
«Hai usato una rete pubblica non protetta. Era uno di quei falsi hotspot che registrano tutto. Hanno clonato il sito d’acquisto e catturato ogni dato. Poi via, nel dark web.»
«Ma io volevo solo una giacca!» esclamò Michele, sconvolto.
«E loro volevano solo i tuoi soldi.» rispose il nipote.
I giorni successivi furono un calvario tra denunce, moduli da compilare, telefonate con la banca e tentativi disperati di spiegare a suo padre (classe 1944) cosa fosse una truffa informatica.
Il saldo fu ripristinato, ma la fiducia… quella era andata. E la giacca? Mai arrivata. Al massimo, un banner pubblicitario che lo seguiva ovunque, ricordandogli:
“Hai dimenticato qualcosa nel carrello?”
Da quel giorno, Michele cambiò abitudini. Mai più Wi-Fi pubblici senza VPN. Mai più pagamenti su siti dubbi.
E soprattutto, si rese conto che, per quanto si possa essere bravi con le sfumature alla tempia, nessuno è al sicuro da un click sbagliato.
Frodi bancarie online: riconoscerle e reagire in tempo
Le truffe bancarie online sono sempre più sofisticate: bastano pochi secondi di distrazione, un clic di troppo o l’inserimento affrettato dei dati su un sito falso per ritrovarsi con il conto svuotato. I criminali digitali sfruttano tecniche come phishing, siti clone e app fraudolente per carpire credenziali bancarie o dati delle carte di pagamento.
Per difendersi, serve diffidare sempre di link ricevuti via email, SMS o messaggi social, soprattutto se promettono sconti incredibili o chiedono “verifiche urgenti”. Controlla sempre l’indirizzo del sito web, assicurati che inizi con https e, quando possibile, attiva sistemi di autenticazione a due fattori (MFA) per ogni accesso ai tuoi conti.
In caso di dubbio, non inserire dati sensibili e contatta subito la tua banca. Se temi di essere stato vittima di una frode, blocca immediatamente le carte coinvolte, cambia le password di accesso e presenta denuncia alla Polizia Postale o alle autorità competenti. Alcune banche permettono di monitorare gli accessi sospetti in tempo reale tramite app: sfruttale a tuo vantaggio.
Ricorda: anche se le truffe online possono sembrare “colpi di sfortuna”, nella maggior parte dei casi sono evitabili. Un pizzico di attenzione in più oggi può risparmiarti notti insonni domani. E se il dubbio ti sfiora… meglio fare un controllo in più che uno in meno.
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