Il barbiere e la trappola del Wi-Fi
Michele Riccioni era un barbiere di provincia. Il suo salone, “Il Taglio Perfetto”, si trovava al centro di Camerino, proprio accanto a un forno storico e a una tabaccheria che vendeva più gratta e vinci che sigarette.
Il negozio di Michele era uno di quei posti in cui il tempo sembrava essersi fermato nel 1998: poltrone in finta pelle rosso amaranto, specchi bordati in ottone, calendario da parete con le signorine in bikini (regalo del rappresentante di rasoi), e una radio sempre sintonizzata su Radio Italia. Ma guai a definirlo antiquato.
Dietro la sua aria da “barbiere all’antica”, Michele celava un’anima da vero geek. Aveva uno smartwatch all’ultimo grido, un’app per gestire gli appuntamenti, e un’insana passione per i siti di aste vintage. Gli piacevano le giacche di pelle con le frange, gli occhiali da sole anni ’70 e le sneakers ormai introvabili. Per lui, trovare un capo d’abbigliamento “originale e datato” era più soddisfacente di un taglio sfumato a regola d’arte.
Un giovedì pomeriggio di maggio, con l’ultimo cliente uscito e un’ora libera prima dell’appuntamento successivo, decise di farsi un giro alla stazione, dove faceva sempre due cose: prendere un caffè al Bar Girasole e connettersi al Wi-Fi gratuito.
Non che gli servisse davvero internet: nel suo salone aveva la fibra. Ma per lui, il fascino del “Wi-Fi libero” aveva un che di irresistibile, quasi romantico. Gli ricordava i tempi in cui rubava la connessione del vicino per scaricare i video dei tagli pompadour.
Seduto al tavolino, sorseggiava un espresso con la panna quando un popup lo colpì:
“Ribasso lampo: giacca in pelle biker anni ’80, taglia L. Offerta valida solo per 10 minuti.”
Il cuore cominciò a battere più forte. Era la giacca che cercava da mesi. Una rarità. Un sogno.
Aprì il sito – uno di quelli con un nome inglese vagamente sospetto tipo Retro-Real-Dealz.biz – e si affrettò a concludere l’acquisto. Inserì nome, cognome, indirizzo completo, numero della carta, data di scadenza e CVV. Il sito sembrava strano, ma non ci badò: quando si tratta di pelle, Michele perdeva lucidità.
Cliccò su “Acquista”. Il sito si bloccò per un attimo. Poi apparve un messaggio in inglese:
“Order processing error – Please try again later.”
Sbuffò. Controllò il conto. Nessun addebito. “Pazienza, sarà il solito sito messo giù coi piedi,” pensò, pagò il caffè e tornò al lavoro.
Verso sera, mentre finiva di sistemare le basette al cliente di turno, sentì il cellulare vibrare.
Una, due, dieci notifiche.
Le ignorò, ma quando l’ultimo cliente se ne andò, diede un’occhiata.
Quello che vide il nostro Michele, vi posso assicurare, non fu piacevole e in quello stesso momento realizzò anche che forse, non avrebbe dovuto inserire i propri dati in quel sito.
Wi-Fi pubblici: navigare sì, ma con prudenza
I Wi-Fi pubblici sono comodi, gratuiti e spesso irresistibili, ma possono nascondere insidie notevoli. Dietro una rete aperta e apparentemente innocua – magari con un nome rassicurante come “Free_WiFi_Stazione” – potrebbe celarsi una vera e propria trappola digitale. I cybercriminali sfruttano le reti pubbliche non protette (o create ad arte) per intercettare il traffico dati degli utenti connessi. In pratica, tutto ciò che digiti – dalle credenziali ai dati bancari – può finire sotto gli occhi sbagliati.
Per evitare brutte sorprese, è fondamentale osservare alcune semplici ma efficaci regole. Prima di tutto, non eseguire mai operazioni sensibili – come acquisti online, accesso a conti correnti o gestione di dati aziendali – mentre si è connessi a una rete pubblica. Meglio rimandare, o usare una rete privata e protetta. Se proprio devi collegarti, usa una VPN (Virtual Private Network): questo strumento crea un “tunnel” cifrato tra te e il web, rendendo incomprensibili le tue comunicazioni a eventuali occhi indiscreti.
Oltre alla VPN, assicurati che i siti che visiti utilizzino connessioni HTTPS (con il lucchetto nella barra degli indirizzi) e disattiva la connessione automatica alle reti Wi-Fi sconosciute sul tuo dispositivo. Dopo esserti collegato a un Wi-Fi sospetto o non protetto, controlla sempre i tuoi account: verifica eventuali accessi non riconosciuti, cambia le password più importanti (soprattutto se le hai utilizzate in quel momento) ed esegui il logout da tutte le sessioni attive. Anche se apparentemente tutto sembra tranquillo, prevenire è meglio che curare.
Infine, abituati a riconoscere i segnali di una rete poco sicura: nessuna richiesta di password, nome generico, nessuna pagina di benvenuto o condizioni d’uso. Sono piccoli indizi che devono far scattare l’allarme.
Una connessione gratuita può costare molto caro se ci si collega senza prudenza. Proteggi i tuoi dati come proteggeresti il portafoglio: con attenzione e buon senso.
Nella prossima pillola di cyber igiene, scopriremo cosa è accaduto al conto del nostro barbiere di fiducia.
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