La cena romantica e il conto svuotato
Il reading a Recanati andò alla grande. Eugenio, ispirato e impeccabile nel suo panciotto beige, recitò il suo sonetto “Colombella licenziosa” tra gli applausi dei presenti. La vedova Serramanico, seduta in prima fila, arrossì persino sulle guance (forse per l’audacia dei versi, forse per il vino caldo servito prima dello spettacolo). Fatto sta che, alla fine, Eugenio trovò il coraggio per invitarla a cena.
E così, poco dopo, i due sedevano su un terrazzo affacciato sul mare di Porto Recanati. Menu degustazione, vino marchigiano, clima di seduzione. Eugenio era al settimo cielo. E al momento del conto, prese l’iniziativa con un gesto teatrale: estrasse il bancomat dal taschino come fosse una spada d’onore.
Lo infilò nel POS.
Messaggio: CREDITO INSUFFICIENTE.
Sorrise, e lo riprovò. Stesso messaggio.
Terzo tentativo. Quarto. Quinto. Niente. Il sorriso gli scivolò via come l’olio dall’insalata.
La vedova cercò di minimizzare. “Un disguido tecnico, non preoccuparti… Offro io.” Eugenio, paonazzo, balbettava scuse. Aveva lo stipendio appena accreditato, era impossibile che il conto fosse vuoto! Appena fuori dal ristorante, deciso a rimediare, trascinò la Serramanico in cerca di un bancomat. Niente da fare.
Fu durante quella passeggiata incerta che, spinto dal bisogno di spiegarsi, le raccontò della mail ricevuta il giorno prima. “C’era scritto che il conto rischiava il blocco… Allora ho compilato il modulo. Nome, cognome, IBAN… ho controllato tre volte, eh! E anche il pin, certo.”
La vedova, che fino a quel momento lo aveva guardato con dolcezza, divenne improvvisamente pallida. Sgranò gli occhi. E mentre Eugenio continuava a lamentarsi degli “asini della banca incapaci di scrivere una mail in italiano”, lei capì. Tutto.
Lui no.
Come sventare un tentativo di phishing
Ricevere messaggi urgenti via mail, WhatsApp o SMS che richiedono dati personali, accessi bancari o clic su link sospetti è ormai all’ordine del giorno. Non rispondere mai a questi messaggi e non aprire i link indicati: le banche non chiedono mai informazioni private via email. Se hai dubbi, chiama l’istituto di credito tramite un numero ufficiale o accedi manualmente al sito. In caso non sia possibile un contatto immediato, meglio aspettare e non rischiare.
Stai attento anche a richieste di denaro da parte di amici o parenti: i loro account potrebbero essere stati violati. Verifica sempre l’identità del mittente con una chiamata o un messaggio diretto.
Molti messaggi truffaldini contengono errori grammaticali evidenti perché tradotti automaticamente da altre lingue. Ma attenzione: esistono anche mail scritte in italiano perfetto. Per questo serve prudenza, spirito critico e un minimo di attenzione in più.
Non servono antivirus futuristici per difendersi dal phishing: bastano buone abitudini digitali. Eppure le truffe continuano a crescere. Già nel 2016 le frodi creditizie in Italia superavano i 26.000 casi, con danni oltre i 150 milioni di euro… e i numeri non migliorano.
Anche un solo clic può costare caro. Per questo è importante restare vigili, aggiornati e… leggere storie come quella di Eugenio. Persino un ragioniere scrupoloso può cadere nella rete, se colto nel momento sbagliato.
Nella prossima pillola di cyber igiene, scopriremo che una palette di ombretti può nascondere molto più di un tocco di colore.