La cybersecurity e l’Internet of Things (IoT) sono tra i temi in cima all’agenda del CeBIT 2017: l’evento, attualmente in atto ad Hannover, ha aperto i battenti lo scorso lunedì proprio con una conferenza internazionale dedicata alla cybersecurity, viste le crescenti minacce registrate anno dopo anno e essendo questo un trend che non sembra destinato a fermarsi o a rallentare tanto facilmente. Un tema molto delicato se si pensa che riguarda non solo l’utente privato o la piccola-media impresa, ma anche infrastrutture fisiche e virtuali appartenenti a colossi multinazionali o addirittura a enti governativi – tra i settori più a rischio quello dell’energia e della finanza.
Cybersecurity che non può non andare di pari passo con l’IoT, considerate le tendenze attuali e le previsioni future che vedono, entro pochi anni, decine di miliardi di dispositivi elettrici connessi tra loro con lo scopo di creare una grande rete dell’IoT; le previsioni affermano inoltre che il 40% dei dispositivi saranno connessi in reti aziendali. Attualmente sono molto diffusi comportamenti non proprio consoni da parte di chi utilizza questi nuovi apparecchi: gli utenti in questione difatti non si rendono conto dei pericoli informatici a cui si espongono ogni volta che compiono un’operazione in rete. Al crescere del numero degli oggetti connessi in rete, cresce in maniera proporzionale il pericolo di attacchi da parte dei criminali digitali che hanno come obiettivo l’impossessarsi di dati sensibili e di credenziali per accedere ai conti online degli utenti.
Lo scenario potrebbe aggravarsi, secondo gli esperti riuniti al CeBIT, con la creazione di botnet, cioè di reti di apparecchi connessi tra loro e controllati da remoto tramite malware. Sul tema è intervenuto anche Edward Snowden, l’ex consulente della National Security Agency degli Stati Uniti, affermando che al fine di ridurre l’impatto di questa minaccia il metodo migliore è quello di offrire trasparenza attraverso prodotti di cui gli utenti più esperti possano verificare l’affidabilità. Allo stesso tempo -ha continuato Snowden- i produttori devono introdurre livelli di sicurezza tali da rendere più costose le operazioni di spionaggio e quindi scoraggiarle.